Mia nonna andava al casino

Avevo solo quindici anni quando la mia amata nonna materna ci lasciò. Era malata di cancro e, dopo aver combattuto per vari anni, perse la sua battaglia. Mia nonna era per me un mito, una donna piena di energia e allegria, dal carattere forte ed indipendente. Non si faceva mettere i piedi in testa da nessuno, e te le mandava a dire se ci provavi. Quando stavo con lei ci si divertiva sempre, tra giochi a carte, balli, cene improvvisate e canti a squarciagola. 

Naturalmente, una persona con tanto estro non poteva essere la nonna perfetta che si occupa dei nipoti ogni qualvolta i genitori ne hanno bisogno. Lei non veniva a prendermi a scuola, non stava con me quando stavo male, e di certo non mi aiutava con i compiti. C’erano periodi di anche qualche mese in cui non la vedevo. Era mia nonna paterna quella che di me si occupava quotidianamente, ed anche lei era una persona per la quale ho nutrito e sempre nutrirò un grandissimo affetto. Ma questa è un’altra storia. 

Mia nonna, si diceva, non aveva troppo tempo da dedicare al suo ruolo di nonna. Un po’ perché lo era diventata piuttosto giovane (ai 40 e poi ai 47 anni), un po’ perché la sua natura la portava a dover fare mille cose, non riusciva a stare ferma, non aveva tempo per annoiarsi. A pensarci, sembra quasi che fossero il suo corpo e la sua anima, consci che se ne sarebbe andata a soli sessant anni, a dirle che doveva fare quante più cose poteva, spingendola verso la vita. Ad ogni modi, io non provavo di certo rancore nei suoi confronti. Avevo la mia dolce nonna paterna che mi accudiva come una seconda mamma, e poi avevo lei, che sbucava dal nulla e, come uragano spazzava via la routine per travolgermi nel suo vorticoso stile di vita. Ed io ne godevo al 100%. Accettavo che quello era il nostro rapporto, le volevo bene, e mi godevo il tempo assieme.

Ricordo che ad un certo punto, intorno a dodici anni, avevo scoperto che mia nonna amava andare al casino. Vivendo vicino al confine con la Slovenia, era molto facile per lei raggiungere uno dei tanti casino che si trovano lungo il confine con l’Italia (dove, lo sappiamo bene, i casino sono illegali) ed andarsene a puntare qualche soldo. Ed essendo lei donna sfrontata, non le mancava di certo la fortuna. Non ho mai avuto la fortuna di accompagnarla in una delle sue spedizioni al casino perchè ero troppo piccola, ma mia sorella ci era andata qualche volta e ricordo bene i suoi racconti: in una qualche strana maniera, mia nonna riusciva a vincere spesso! Avrei davvero voluto vivere quell’avventura con lei almeno una volta, stare dentro un casino con lei accanto sorridente, allegra, spontanea. Mi sarebbe piaciuto davvero.…

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